mercoledì 6 dicembre 2006

Socializzare, convertire...

Socializzare, socializzare, imprimersi nello sforzo di inculcare noi stessi in un qualcun altro che ci baratterà senza problemi.



Socializzare, arrampicarti nello sforzo, convertire, immagazzinare visi familiari tesi nell'atto di amarti, o di ricordarsi di te.



Socializzare, convertire, amichevolmente abbracciarsi, a chissà quale viso straniero, che in un impeto di folle ebrezza abbiamo risparmiato dalla nostra spietata carneficina.



Socializzare, lavare via le purulente ferite impresse da un volto amico, lavarle via con un nodo alla gola che ci dice che tanto sarebbe stato lo stesso, siamo comunque destinati a tradire noi stessi e gli altri, per un istinto di preminenza nella scala sociale.



Socializzare, nutrirsi del dolce agroamaro nettare degli applausi e dei plausi, degli oneri e dei sorrisi falsi di un mare di estranei, che voltate le spalle cercheranno di lavarsi il nostro odore di dosso con orribili parole melliflue e sprezzanti sul nostro conto, sul nostro comportamento da voltafaccia, solo perchè non siamo stati abbastanza servizievoli.



Socializzare, nascondersi tra le mani di persone che tengono più al loro ultimo abito, più alla sembianza incartapecorita della loro pelle, incisa e corrosa dal loro stesso animo, simile per menzogna alla serpe, simile per cattiveria a uno di noi.



Socializzare, e diventare parte della collezione di amicizie di un qualcuno, che si laverà la bocca del nostro nome, in ogni occasione propizia, solo per poi affondare le loro mandibole sdentate nelle nostre viscere, che abbiamo scoperto con così tale fiducia, da non accorgerci del loro sguardo, che incarna con simile astuzia la loro ingordigia debordante.



Socializzare, e farsi sfruttare, rincorrere per forza, mantenere buoni rapporti con persone a cui vorreste cavare gli occhi, con persone a cui vorreste far sanguinare il cuore.



Socializzare come purulente piaghe socializzano tra loro, rendersi in tutto e per tutto simili a loro, come loro, e infine parte di loro, grande piaga che imputridisce il corpo steso e nero del vostro più affezionato e compassionevole riguardo, il vostro unico dono agli dei, la società.


franz1789

2 commenti:

  1. le tue parole sono sempre così dirette ed incisive come un revolver che punta ad un muro immaginario.

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  2. Socializzare_incanalare_masse_informi
    decomposte_di_carni_d'occhi_eccentrici_ricurvati
    meticolosi_sulle_retine_dei_nostri_ricordi
    tesi_avidamente_sul_lastrico_dei_robusti_e_schietti
    tronchi_di_immense_foreste_di_memoria...

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