giovedì 29 settembre 2011

l'essente (cap4 pars2)


Porto il marchio con orgoglio. Mi alzo, mi guardo intorno. La mia lobotomia produce versi, emozioni contrastanti, oppiati endogeni. In tv danno una televendita di farmaci an-estetizzanti & scarti organici ospedalieri. Nella stanza regna il silenzio. N porta la sua macchina la sua nuova creazione. Colleghiamo i nostri crani a una sfera di liquido rosso ribollente, comincia a ruotare tutto e il silenzio che cala è terrifico. Le nostre coscienze si uniscono e dissolvono in secondi o istanti, veleni scivolano dalle labbra e le palpebre divengono terra. Non c'è più un ora


o un qui mentre tutto ciò che facciamo è riscrivere le nostre parole in mille pagine fino a consumare le dita. Ora riscrivere le pagine ora le labbra e le palpebre si dissolvono e i nostri crani si uniscono. Farmaci an-estetizzanti ci consumano le dita e veleni uniscono le nostre coscienze. oppiati


endogeni ribollenti e la nostra nuova creazione.



Inibizione
 


Mi alzo, mi guardo intorno, produco versi.

giovedì 15 settembre 2011

l'essente (cap4 pars1)


le voci non sono nella mia testa
non sono le luci allucinosi
non mi aspetto di sopravvivere minuto dopo minuto
le voci nella mia testa non sono voci



G programma l'elettroshock per la mia postura abituale, si gratta il naso e mi guarda tremare. Dai suoi occhi non traspare benevolenza per chi è rimasto, ma forse ha l'ovvio buongusto di tacere delle insidie altrui.
C'è fumo nella stanza, le tapparelle sono abbassate ma i raggi filtrano ugualmente. Ho un camice da sala operatoria, G veste di nero, la maschera del medico della peste emana vapori freddi di fiori secchi. Tremo sotto la scossa, ma G incide con un dito la mia fronte, che diventa burro, infila un dito fino in fondo e mi guarda con occhi imperturbabili mentre grido senza dolore. Gira un po' nella mia testa, il dito ne esce indenne e pulito. Mi sento soffocare, apre la finestra. Il tempo cambia, ora la pioggia è fredda ed entra dai buchi delle serrande, mi arriva sulle mani che toccano per terra. Ma G si è già stancato di questo gioco, chiude gli occhi.



medico_della_peste

martedì 13 settembre 2011

Nothing Special

Evil shines in her eyes


Like fire it roars through her mind

venerdì 9 settembre 2011

to repel ghosts (cap3 pars3)

Poi d'improvviso scompare il giorno
il colore
gli odori diventano freddi e
fremono
gli umori si avvolgono attorno
a noi
è
apocalisse
noi tre non fuggiamo
non ci nascondiamo
perché attendiamo da tremila eoni
la fine di ogni essere pensante

nei nostri sogni il cielo si nasconde
l'acqua si fa nera e invade la terra


i timori divengono stasi eclettica



ci guardiamo attorno
ma
solo furore
veniamo colpiti al cuore
alle spalle
medulla oblongata



ma siamo ancora vivi



ci riteniamo costretti a continuare
ma era tutto un falso risveglio
e non crediamo  più alla morte



Noi tre non conosciamo vendetta e bugia, rancore e vergogna. Terminano i nostri giorni attorno al fuoco
le nostre danze si spengono contro uno spasmo muscolare nervoso. Tronchiamo i nostri rapporti con il mondo perché ogni parola l'unicità
dell'insieme
da i brividi
Non crediamo più alla comunicazione reale e oggettiva
perchè
al di fuori del cerchio matematico tracciato ogni sillaba
ogni
fonema
è paradosso
parole per noi hanno solo un significato
tagliarsi le palpebre con rasoi
per costringersi a guardare ancora
e ancora
per sforzarsi di accettare che ogni apocalisse ha un fine e una fine e un mite consiglio
non ne siamo in grado
vogliamo caos ordinato
sensazionalismi
rivoluzione armata
Țepeș
perché il nuovo nostro orgoglio non accetta l'arrendersi eppure ne è piegato, non sopporta la morte eppure ne è schiava, non comprende l'amore eppure ne è sofferente, non provoca il dolore ne è causa. Perché la nostra sensazione è chimica, la nostra pulsione elettrica, la nostra pietà antagonizza il pubblico rammarico, agonizza nel pubblico ludibrio. Scendiamo dal trono e posiamo sguardi rapiti
sulle colpe
noi eresiarchi
noi esegeti dei moderni archetipi
noi empi meschini impuri arcangeli

giovedì 8 settembre 2011

to repel ghosts (cap3 pars2)

C'è stato quel giorno nella memoria di un vivente inerme, in cui trinità era diseguale e cacofonica. Distribuivamo volantini sul corso, bianco su nero la storia delle nostre nefandezze. G portava un cappello a tesa larga e un abito scuro. N jeans sporchi e una maglietta degli youth. Passeggiavamo per la strada rompendo il cazzo alle vecchie facendoci dare sigarette, parlavamo di vegan e pornografia. Quel giorno ci sedemmo sugli scalini di una chiesa a umiliare i passanti, a intimorire i fedeli. Non la passammo sempre liscia.

"
Immaginateci in un super8
Immaginami come un vhs del 1993, con il sonoro distorto l'effetto neve la pubblicità i colori non fedeli al reale
La pellicola scaduta una pinhole
                                                           una polaroid
                                                                                  Un lampione soft focus
Il fumo in metropolitana
                                           quando la galleria finisce
                                                                                        i colori sbiaditi delle pareti
Le pareti nere di una stanza
                                                  la pittura grattata via
                                                                                      le unghie sporche
La mia chitarra nel mio letto
                                                  i poster che si staccano
                                                                                             trascinando un po' di parete
                                                  un po' di luce che se ne va
Non chiudere occhio la notte
"
benvenuto in annexia

to repel ghosts (cap3 pars1)

Sono in grado di attraversare il tempo e lo spazio e tornare indietro.
G e N dicono che  prenderanno appunti con matite bruciate, su scatole da scarpe bianche e nere. Avranno tratti in comune, bruceranno tutto e ne nascerà un violento desiderio di sopravvivere.
Ricordo corsi d'acqua gelida in montagna, nidi di uccelli nel legno delle scale esterne, campi di margherite e notte presto, veleni urticanti di pregevole fattura. Disprezzare i 3 giorni è impossibile.
Ricordo anche ogni particolare. Il campo di mais che ci separava dalla ferrovia, le mattine gelide d'inverno, il ghiaccio sulla macchina, il fango freddo e duro del cortile, e l'erba tagliente come carta. I vetri appannati e il cibo freddo e pessimo. Il profumo della merenda, la piccola biblioteca, l'alta tensione. Aspettare la campanella aprendo il ripostiglio, di nascosto in palestra, dove ogni cosa puzzava di gommapiuma  e polvere.
Ricordo il piccolo giardino con gli alberi, la vecchia che insegnava al bambino a dire "comandi!", torturare formicai, giocare fino al crepuscolo, i videogiochi, non attraversare la strada, la paura di allontanarsi di casa, la festa, le lucciole nel giardino della casa disabitata, i gatti nella casa disabitata, uccidere insetti, girare film.
Ricordo quando si allagavano le cantine, il fango grigio e il fetore, la lucertola che uccisi, la lucertola che si uccise, i vermi che ribollivano nel suo stomaco [G mi ferma, vuole sentire]. Aveva la pancia squarciata dalla rete, in breve tempo cominciarono a mangiarla i vermi, l'odore era violento. Un'altra ne uccisi con un sasso, vomitava sangue.
Piansi.
Un giorno mi disse che aveva scoperto che infilando un ago in un fuoco d'artificio il rumore era più forte. Mi dissero di non andare più avanti nella strada, la vecchia era una strega. Le perline erano i nostri segreti.
[N guarda fuori piove]
Mi ricordo della vista dal sesto piano. La fabbrica abbandonata non andavo mai io ero troppo piccolo. L'albero bruciato e il campo di soia, platani a distanza siderale. Dal piano di sopra entrò vento troppo forte dal piano di sotto la pioggia entrò dalla finestra l'odore di aceto nella cucina la pasta di sale
fantasmi
bucare il tavolo con gli stuzzicadenti il sottoscala
guardare il cortile dall'ultimo piano le ombre così piccole


fantasmi da scacciare

martedì 6 settembre 2011

Collaboriamo all'entropia
Noi secerniamo le nostre dipendenze
ciascuno uno spettro diverso di colori

lunedì 5 settembre 2011

Collision

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=MR9o6FBUhFY&w=420&h=345]

sabato 3 settembre 2011

Paprika: Sognando un Sogno

giuro
vedo
ali nere davanti alla mia finestra
le ombre muoversi al vento