il colore
gli odori diventano freddi e
fremono
gli umori si avvolgono attorno
a noi
è
apocalisse
noi tre non fuggiamo
non ci nascondiamo
perché attendiamo da tremila eoni
la fine di ogni essere pensante
nei nostri sogni il cielo si nasconde
l'acqua si fa nera e invade la terra
i timori divengono stasi eclettica
ci guardiamo attorno
ma
solo furore
veniamo colpiti al cuore
alle spalle
medulla oblongata
ma siamo ancora vivi
ci riteniamo costretti a continuare
ma era tutto un falso risveglio
e non crediamo più alla morte
Noi tre non conosciamo vendetta e bugia, rancore e vergogna. Terminano i nostri giorni attorno al fuoco
le nostre danze si spengono contro uno spasmo muscolare nervoso. Tronchiamo i nostri rapporti con il mondo perché ogni parola l'unicità
dell'insieme
da i brividi
Non crediamo più alla comunicazione reale e oggettiva
perchè
al di fuori del cerchio matematico tracciato ogni sillaba
ogni
fonema
è paradosso
parole per noi hanno solo un significato
tagliarsi le palpebre con rasoi
per costringersi a guardare ancora
e ancora
per sforzarsi di accettare che ogni apocalisse ha un fine e una fine e un mite consiglio
non ne siamo in grado
vogliamo caos ordinato
sensazionalismi
rivoluzione armata
Țepeș
perché il nuovo nostro orgoglio non accetta l'arrendersi eppure ne è piegato, non sopporta la morte eppure ne è schiava, non comprende l'amore eppure ne è sofferente, non provoca il dolore ne è causa. Perché la nostra sensazione è chimica, la nostra pulsione elettrica, la nostra pietà antagonizza il pubblico rammarico, agonizza nel pubblico ludibrio. Scendiamo dal trono e posiamo sguardi rapiti
sulle colpe
noi eresiarchi
noi esegeti dei moderni archetipi
noi empi meschini impuri arcangeli
Nessun commento:
Posta un commento