giovedì 8 settembre 2011

to repel ghosts (cap3 pars1)

Sono in grado di attraversare il tempo e lo spazio e tornare indietro.
G e N dicono che  prenderanno appunti con matite bruciate, su scatole da scarpe bianche e nere. Avranno tratti in comune, bruceranno tutto e ne nascerà un violento desiderio di sopravvivere.
Ricordo corsi d'acqua gelida in montagna, nidi di uccelli nel legno delle scale esterne, campi di margherite e notte presto, veleni urticanti di pregevole fattura. Disprezzare i 3 giorni è impossibile.
Ricordo anche ogni particolare. Il campo di mais che ci separava dalla ferrovia, le mattine gelide d'inverno, il ghiaccio sulla macchina, il fango freddo e duro del cortile, e l'erba tagliente come carta. I vetri appannati e il cibo freddo e pessimo. Il profumo della merenda, la piccola biblioteca, l'alta tensione. Aspettare la campanella aprendo il ripostiglio, di nascosto in palestra, dove ogni cosa puzzava di gommapiuma  e polvere.
Ricordo il piccolo giardino con gli alberi, la vecchia che insegnava al bambino a dire "comandi!", torturare formicai, giocare fino al crepuscolo, i videogiochi, non attraversare la strada, la paura di allontanarsi di casa, la festa, le lucciole nel giardino della casa disabitata, i gatti nella casa disabitata, uccidere insetti, girare film.
Ricordo quando si allagavano le cantine, il fango grigio e il fetore, la lucertola che uccisi, la lucertola che si uccise, i vermi che ribollivano nel suo stomaco [G mi ferma, vuole sentire]. Aveva la pancia squarciata dalla rete, in breve tempo cominciarono a mangiarla i vermi, l'odore era violento. Un'altra ne uccisi con un sasso, vomitava sangue.
Piansi.
Un giorno mi disse che aveva scoperto che infilando un ago in un fuoco d'artificio il rumore era più forte. Mi dissero di non andare più avanti nella strada, la vecchia era una strega. Le perline erano i nostri segreti.
[N guarda fuori piove]
Mi ricordo della vista dal sesto piano. La fabbrica abbandonata non andavo mai io ero troppo piccolo. L'albero bruciato e il campo di soia, platani a distanza siderale. Dal piano di sopra entrò vento troppo forte dal piano di sotto la pioggia entrò dalla finestra l'odore di aceto nella cucina la pasta di sale
fantasmi
bucare il tavolo con gli stuzzicadenti il sottoscala
guardare il cortile dall'ultimo piano le ombre così piccole


fantasmi da scacciare

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