sabato 6 gennaio 2007

Capitolo I


Vecchi rinsaviti dalle loro incomuni malattie, sprofondati nelle loro lerce e luride panchine, assuefatti da gratta e vinci, come lerci e lisi sono gli abiti dei pochi clochard e zingari, che siedono fuori dai negozi, per chiedere un po' di pietà, a chi non ne ha da dare nemmeno a se stesso. In contrasto con le luci colorate, intermittenti, trappole dell'animo, che si lascia traviare e inculcare felicità, anche quando è strano trovarsi per strada. Sguardi affamati di vecchi quarantenni, che dimostrano il doppio della loro età, parlando lingue astruse, per concetti altrettanto avulsi da te, povero e inutile passante, e ragazzini che si scambiano effusioni amorose e tenere quanto la carne putrida dei loro cuori agli angoli delle strade. Una fuga dal locale per non rimanere intriso dall'odore mesto di sigaretta, caffè e ipocrisia ti porta li fuori solo. Solo quando cammini sui marciapiedi scoloriti e irti di foglie e chissà quale altra immondizia, che trasuda dalla città, quasi ne fosse parte integrante. E villette buie, dove strani discorsi si intersecano inscindibilmente con l'abbaiare di cani randagi, con le parole di un trentenne affogato dalla solidale universale solitudine. E ancora strade motorizzate che vomitano il loro traffico, a guisa di smog, a mo di caos indistinto, come le moltitudini di genti pakistane, cinesi (e di chissà quale altra razza) che si aggirano distratti nei loro discorsi privi di senso, e deambulano davanti ai locali e negozi a basso prezzo, alto consumo, altro consumo. Caffè da poco prezzo, e botti che invadono il cuore come fucilate in testa. Non è questa la città che mi rassomiglia, io non vivo più qui. Ragazzi che tradiscono le loro stesse aspettative e cercano di rifarsi maneggiando denaro, e droga e sigarette e caffè e parole, più grandi e al di là della loro misera comprensione. Compassione per chi ingoia così giovane, per chi si stende, o meglio, si prostra alla vita prima ancora di fare un tentativo di vincerla, perché la vita va sconfitta, per non rimanerne sconfitti. E promettenti yuppie, e promettenti e falliti strumentisti, suonatori di ballate distratte, jazzisti improvvisati. Musica a poco prezzo, popolare come chi la vende, risuona per le strade che frequenti. Guarda come cambia il mondo da mattina a sera, guarda le persone come cambiano da stagione a stagione, vegetazione immunodeficente alle intemperie dell'animo, alle intemperanze del cuore, alla frustrazione, agli avvisi lanciati per poterle riportare sulla retta via, e non quella che Dante cantò con tanto affanno, quasi volgare e ridicolo. E scorrere di parole in testa, tanto da sembrare schizofrenico, meglio che sentirsi morto come loro, che fingono di divertirsi, fingono di parlare, fingono di trovare risposte e problemi che non hanno, che non sentono, ciò che non mi aggrada lo elimino alla radice. Rifare la strada all'indietro, nel buio delle scuole pubbliche, ricettacolo di feccia esistenziale e di educazione falsa e sconnessa, priva di forma, per non saper poi nulla di ciò che veramente conta. E saluti, e sorrisi, e arrivederci e addii. E sempre e comunque, il freddo dell'inverno, che soffre anche chi non ha mai sofferto. E giovani immigrati seduti al bar che bevono una birra dopo l'altra, per dimenticare la nostalgia di casa, che trovano conforto nel parlare la propria lingua. Isolati loro più di noi, io non credo ciò. Chi più isolato, di chi è estraneo alla propria stessa casa?

-Pronto?



-Pronto.



-Chi è?



-C'è Winnifred?



-No



-Charles?



-No, ma è uno scherzo?



-No



-...



-Da ragazzino non ti hanno mai spiegato che i pinguini guardano a sud?



-No, ma chi è?



-...



Non è per loro la luce che brilla in fondo al lago, non è per loro quella luce, per chi non ha identità, per chi consuma la propria giovinezza. Non è per loro. Come chi si accanisce di vivere aggrappandosi al proprio sterno che tossicchia e sputa veleno. Come chi va in chiesa, da ateo convinto. Come chi smette di fumare. Come chi suona come una puttana. Come chi si prostituisce come un musicista. Non ti sei mai sentito sconvolto nel pensare che il tempo passa, che dobbiamo veramente rendere valido ogni nostro sforzo di affermare la nostra esistenza? -No- Sai che c'è chi esprime la propria esistenza in vari modi, chi filosofeggia, chi compone musica, chi scrive, chi disegna, chi scolpisce, chi si dedica a l'arte, chi si dedica al otium, tu cosa fai? -Nulla- come puoi veramente essere convinto che le cose vadano bene? Come puoi tu camminare per queste strade fangose e credere che sia questo ciò che meriti? Come puoi tu non capire che il nostro piccolo gruppo è stato e non sarà più? Come puoi parlare di sacrifici, tu, proprio tu che fai partecipare la tua compagna a una riunione di gruppo? -...- Ecco le parole che non vi ho detto.



E mi aggrappo all'anello che avvolge il mio dito medio, non freddo, sa di casa. Sa di me e te. Anzi, di Noi.



-Pronto?



-Pronto



-Ma chi parla?



-...



-Pronto?



-Non ti sei mai chiesta dove vanno le papere dei laghetti di tutto il mondo, quando è inverno e il laghetto ghiaccia?



-Sei ***?



-... e i pinguini perché guardano a sud?



-Ma cos'è, uno scherzo?



-Casa



-...


franz1789

1 commento:

  1. e quando chiamano per venderti il vino in offerta

    senza pena alcuna

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