domenica 14 gennaio 2007

Capitolo 2

Capì cosa fosse successo, solo quando prese coscienza di essere veramente lì. La musica dal giradischi, la luce soffusa, una new wave/no wave illumunata dalla notte fuori, che produceva rumori di sottofondo. Sirene, ronzii di insegne al neon, auto veloci che sfrecciando lasciavano scie di luci e colori, quasi una foto a esposizione lunga, di quelle che ti sembra di vedere tutto il tempo trascorso nel mondo, tutte le luci accese scorrere come tante linee. Così come scorreva le linee, ben più docili, del suo corpo alla fioca luce fumosa che traspirava dalla mezzanotte impudente. Metà avvolta nel suo lenzuolo, con le gambe nude scoperte, e il crorpo tutto nudo, che si poteva immaginare di passar sopra con una mano il velluto della pelle, ben più piacevole delle lenzuola da hotel straniero. Lui, avvolto dal fumo dell'ennesima sigaretta, la osservava. Seduto nella poltrona di fronte al letto, poté osservare il gioco delle mani di lei, contro le lenzuola, e la sua schiena sollevarsi ritmicamente, quasi dovesse accompagnare quella musica soffusa, vagamente blues, vagamente noir, noir come i suoi capelli che le coprivano il volto ancora truccato. Fuori le luci imperversavano, in quella mezzanotte di giugno, come i rumori che rendevano il tutto più sexy e sconvolto. E mentre il crooner raccontava attività notturne, la notte pareva inghiottire tutto, la notte straniera di un hotel straniero. Prese da terra un bicchiere, lo riempì di whisky, lo bevve, versandone un po' sulla mano, annusandola, sapore di lei. Quella stessa mano che era passata molte volte sul suo corpo, come avesse vita propria, come avesse dipendenze diverse da quella droga, da qualsiasi droga. Frenetica può passare la notte tra le braccia di due amanti.
franz1789

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