sabato 27 agosto 2011

apothanein thelo (destrudo) (cap1 pars1)


conoscere
al rallentatore
persone scomparse

ridurre secoli
in polvere
arrivare troppo tardi



dovrei farlo?
è quello che lui si aspetta da me?
è quello che loro vogliono?
Come cedere alle lusinghe di un'esistenza priva di alcuna ... ?
... sperimentare l'assenza totale del pensiero, la stasi la catarsi la volgarità inespressiva del corpo in ...
Siamo esserei materiali perché alla luce del giorno le nostre dita si stagliano come ombre contro la nostra coscienza e riflettono ...
... la gola segnata per il ...
Consumare forse le proprie pretestuose illusioni in ... e vicendevoli sarcastiche pacche sulla spalla con ...
Mettere al mondo dei figli per osservarli poi godere dei privilegi dell'infinita malevolenza terrena del volgo, per ... e seppellirli esanimi nella terra fradicia di ...
Osserva le tue dita piegarsi, si contraggono scattanti con fare ossessivo, sento scivolare ...
... incapacità di alterare lo spazio attorno a sè, adattandosi alle convenzioni della socialità, che appare ... Sera Sul Viale Karl Johan
... ... arrivare in ritardo ... frammenti di una vita in cui ... sperimentare l'attimo istantaneo del piacere sublime di non esistere, dissoluzione dell'ego, destrudo. Gli stupri perpetrati dalla propria anima alla propria coscienza, e viceversa, rimangono impressi negli occhi di una persona come uno strato (layer) di profondità.

Era l'una e quaranta di un mese estivo quando mi resi conto, più o meno, che l'anima esiste. Perché non senza disgusto la nostra mente arride al nostro corpo, lo frustra con pietosa iniquità perché possa restare inerme di fronte al dominio della mente. Allo stesso modo il corpo tenta di mortificare la mente, con i propri stimoli; giungono come lamina di plexiglass, infrangibile eppur vitreo, incorporeo irrespirabile eppur definito; incidono la propria dose di viltà nel sistema limbico, mentre l'anima scalcia come chi soffoca. Come può la materia schernire se stessa? Come può esservi dicotomia empedoclea se non altro dono è fatto alla carne che la materia.



 




 Nam Sibyllam quidem Cumis ego ipse oculis meis
vidi in ampulla pendere, et cum illi pueri dicerent:
Σίβυλλα τί θέλεις; respondebat illa: ἀποθανεῖν θέλω.




L'espressività dei volti marmorei che circondano la mia stanza è paradisiaca
eppure come si fa ad abbandonare il mondo terreno affidandosi all'intuizione
 



se il tuo timore è vitale

spargo benzina sulle mani nude
come Nestore prima del sacrificio
veleno si sparge ai miei piedi
e ne nascono volute di colore

se il tuo tumore è vitale
 



Alter ego, o alter ego potente, fa che stanotte venga privato dell'ossigeno, così che tu possa respirare infine
 



אמת
 


Non temere di aprire gli occhi. Che il mondo sia maledetto in tutte le lingue in cui fu tradotto il Necronomicon. Afferrare la terra con le mani e sentirsi eviscerare l'anima da


terribili soprusi accaduti in giorni di festa


Non temere di aprire gli occhi. Che io sia maledetto in tutti i rami dell'albero della vita, che possa venir impiccato all'albero della tuja e tu possa vedermi dal più alto sicomoro se io mai ebbi intenzione di ferire qualcuno, e invece non mi trovai mio malgrado a rimpiangere azioni presenti passate future.

Era il 1995 quando aspettavo il mio amico all'asilo, quando fuori pioveva e potevo vedere un drago dondolarsi dalla punta piegata di un abete. L'odore dei fiori di magnolia, la loro consistenza mi rimane tra le dita quando ho la febbre e quando i pensieri sono più forti di me, quando la mia anima stride contro i miei denti, e a trattenerla mi fa male lo stomaco. Era il 2011 quando ho capito che mietere anime è il passatempo di parche oramai ben liete di accompagnarsi a ... Era ancora il 1995 quando la sabbia era bagnata, l'odore dei fiori e dei funghi aprivano un sole proteso a scalfire con i raggi il gelo della mattina. E il profumo di mia madre. E gli occhiali di mio padre. E i capelli di mia sorella.
 


trattenersi
dal morire
è
l'unica
scelta
davvero difficile
da compiere
nella vita
 


 מת

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