lunedì 26 febbraio 2007

beauty lies in the eyes

Movenze che seguono il suono
dissimulando una danza furente.
Occhi scorgono dal buio l'assonanza
delle parole che disegna il corpo.
Stringerò così forte le mie mani,
in preda a mistico disagio,
nell'apprendere che ha vinto
che la sua cadenza mi offre visioni
di sensuale vittimismo.
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Strazio i miei sensi immerso nel puro convenevole del suono, immenso, che mi attornia a mi stringe fino a farmi cadere sulle ginocchia. Il dolore, che corre lungo la mia schiena, lascia brividi e lacerazioni tangibili, da cui fuoriescono le mie urla. Il piacere, che disegna un languido divino sorriso sul mio volto, stordisce, porta lontano. Quando finisce, è solo un ritorno al proprio letto porpora, al proprio terrotorialismo, al proprio benessere di sopravvissuto, al proprio pessimismo da fallimento, al proprio splendido vittimismo luccicante, alle proprie lamentele, alle proprie malattie immaginarie, al proprio male, al proprio bene giornaliero, al proprio decadentismo, al proprio sminuente sussurro "I want something more", alla propria ricerca di migliorarsi, anche quando sappiamo che non possiamo migliorare. Decadiamo sulla terra, dove le nostre dita abortiscono ciò che la nostra mente crea con tanto amore, dove forse, i nostri unici pensieri vengono soffocati dal nostro essere terreni...

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