martedì 30 maggio 2017

Noli respicere

Le sciocchezze che commettiamo ogni giorno si sommano in una pila che, seppur costruita di forme intangibili, ci supera ben presto in altezza. In codardia, in ripugnanza. Ogni singola azione portata avanti altro non è che uno strazio delle fondamenta stesse della nostra integrità in quanto tali. Così, più andiamo avanti, più guardando indietro abbiamo a che fare con i nostri errori, che pesano più di quanto vorremo ricordare in realtà. E delle volte, basta uno scricchiolio, un becero movimento sussultorio della nostra memoria, e guardando indietro, alle nostre spalle, non vediamo che una coltre di cadaveri ricoperti di polvere. A ognuno abbiamo negato qualcosa, con ciascuno abbiamo avuto qualcosa da ridire. E' come un erebo di frammenti della nostra vita. Uno sguardo lì e siamo precipitati nell'angoscia. Perché nulla è peggio delle azioni a cui non possiamo porre rimedio. Perché nulla è peggio delle azioni infime della nostra vita a cui non ci è data la possibilità di porre rimedio.
Così scriveva G. nel fondo delle sue tazze di tè e sui margini di ogni libro. Perché, guardando indietro, ogni colpa che la macchiava le rimaneva inspiegata, e affranta si rivolgeva nel quotidiano al suo passato per trovare una via nel suo futuro. Ma ogni giorno che passa aggiunge un chiodo al nostro legno, cosicché sia sempre meno facile il taglio netto o l'armonioso spezzarsi delle fibre. Non esiste soluzione di continuità nel nostro vivere. G. ne assaporava ogni sfumatura, di quest'affermazione lapidaria. Quando la conobbi, la sua acerbità infantile mi affascinò. Giuro, se avessi saputo, se avessi presentito quello scricchiolio, quel sussulto nel quieto vivere e nell'equilibrio a cui alcune persone, primo fra tutti io, si aggrappano e si appellano quasi fosse un simulacro, forse alcune cose non sarebbero come sono oggi. A nessuno piace il fatalismo, men che meno a chi se ne sente afflitto. Ma, sebbene lo vorrei con ogni fibra del mio corpo, non trovo rimedio. Così lo scricchiolio, apre piano piano uno spiraglio da cui il nostro sguardo è attratto. Orfeo, noli respicere.

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