lunedì 1 aprile 2013

Victor abbassa lo sguardo, si avvede della sigaretta che rotola ai suoi piedi. La raccoglie, mentre mi osserva passa la fiamma di un cerino sotto il filtro, agitandolo un po' e facendo scivolare tra le dita il filtro, poi la prende, la infila tra le labbra ancora calda. Mi squadra, mi dice che sono bravo a sfuggire, ma che faccio apposta a farmi prendere, in un modo o nell'altro. Non posso negarlo, gli rispondo. Victor mi somiglia. Mi racconta di quando giocava a nascondino attorno alla sua scuola, dei corridoi allagati, dei posti in cui non batteva mai il sole. Mi passa la sigaretta mentre fissiamo la gente passare. Che ora di merda.

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