sabato 23 giugno 2007

WHEN

Scorse le dita tra una piega e l'altra
la pelle formava grinze che ricordavano fiori carnosi e lenti
sussultò al contatto conla docile fragranza del proprio sangue
inebriato dal suo sorriso.
Convulsamente, si alzò dal letto, accendendosì una sigaretta
Fissò il mare di macchine.
Un notturno rumoroso risuonava in diminuiti
scoprendo il suo debole per la pioggia sulla pelle nuda.
Si voltò a fissarla.
Si confuse nel seguire ogni tratto della sua pelle bianca
Comnciò a sporcarle le braccia di colori neri e soffusi,
leccandole via il sorriso.

Una Berlino scura come il ventre della notte
attendeva il suono familiare dei sospiri.

Lavare via i colori non ha senso.
E' solo un penoso tentativo di negare un'esistenza forsennata.

Sottile e strategico schiaffo
per risvegliare gli animi volgari

3 commenti:

  1. molto metropolitana. sei un decadente cresciuto tra grattacieli.
    è molto bella.

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  2. cazzo.
    ho gabbato lo stato per 5 anni.
    domani lo gabberò per l'ultima volta.
    almeno credo.
    bo.
    ciao poeta.

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  3. creo nella testa fili che riproducono versi. estasi emozionante. grazie.

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